Congo. Assassinio Attanasio. La genesi del complottismo di Nigrizia

Sulla complicata vicenda dell’Ambasciatore italiano Luca Attanasio e del Carabiniere Vittorio Lacovacci i media italiani hanno scatenato la corsa al complottismo. Le più disperate teorie sui mandanti e sui motivi che hanno portata alla morte di Luca sono state esposte, forse per ragioni di audience e visualizzazioni. Non ultima quella della rivista Nigrizia dove si accusa il governo del Ruanda. Un accusa priva di prove che potrebbe essere stata indotta da persone molto interessate…
Il brutale assassinio dell’Ambasciatore italiano Luca Attanasio e di Vittorio Lacovacci, carabiniere di stanza all’Ambasciata d’Italia a Kinshasa e addetto alla protezione del diplomatico, avvenuto nelle prossimità di Goma, capoluogo del Nord Kivu, est del Congo (Strada nazionale RN2 in prossimità di Kanyamahoro distretto del Nyiragongo), ha scatenato nella stampa italiana la corsa al complottismo. Improvvisamente sono spuntati fuori gli “esperti” che ci spiegavano in dieci minuti la complessa situazione della Repubblica Democratica del Congo e delle sue province orientali ai confini con Burundi, Ruanda, Uganda. Spesso questi tentativi sono finiti in una serie di verità approssimate, confusione tra gli attori politici e militari che operano all’est del Congo, e luoghi comuni. Le loro fonti principalmente provenienti dal capoluogo della provincia del Sud Kivu: Bukavu a centinaia di km di distanza dal luogo dell’assassinio. Una localizzazione geografica non casuale per chi conosce le complicate dinamiche dell’est del Congo.
Pochi giorni dopo il brutale assassinio, il governo congolese accusa il gruppo armato Forze Democratiche di Liberazione del Ruanda (FDLR) di essere mandanti ed esecutori. Le FDLR sono un gruppo armato ruandese formatosi all’est del Congo 6 anni dopo il genocidio del Ruanda 1994 grazie ad una riorganizzazione delle forze militari e paramilitari ruandesi che avevano scatenato il genocidio contro la minoranza etnica tutsi. La riorganizzazione delle forze genocidiarie ruandesi fu il capolavoro della Francia. All’epoca Parigi era ossessionata a riprendersi il controllo del piccolo paese africano tramite gli stessi alleati con cui l’esercito francese aveva facilitato i loro piani di sterminio e successivamente protetti dalla giustizia internazionale. Le FDLR hanno spadroneggiato nell’est del Congo per 20 anni associate al governo dell’allora Presidente Joseph Kabila nello sfruttamento e mercato illegale di oro, diamanti, coltan e terre rare.
L’accusa lanciata dal governo congolese e sostenuta dal Presidente Felix Tshisekedi ha avuto il merito di far ricordare all’opinione pubblica internazionale dell’esistenza di questo gruppo armato inserito nel 2004 nella lista americana delle organizzazioni terroristiche internazionali assieme ad Al-Qaeda, Boko Haram, Al-Shaabab, ISIS-DAESH. Le FDLR, nonostante che siano il principale gruppo terroristico artefice della cronica instabilità delle province est del Congo, con un giro d’affari mensile di circa 4 milioni di dollari del mercato nero dei minerali preziosi e responsabile di inauditi massacri della popolazione civile (prendendo anche in prestito sigle di altri gruppi armati), hanno sempre goduto di un (apparentemente) incomprensibile silenzio mediatico. Un “favore” ottenuto grazie alle complicità internazionali che le FDLR godono.
Le FDLR sono una realtà scomoda per molti attori istituzionali, politici e religiosi. Con loro varie multinazionali occidentali e asiatiche hanno fatto ottimi affari attraverso terzi intermediari. Le FDLR erano il partner privilegiato del corrotto e dispotico governo Kabila. Servivano come forze cuscinetto contro il Ruanda e le varie ribellioni tutsi congolesi e come efficienti soci in affari per il saccheggio delle risorse naturali nel Nord e Sud Kivu. Anche i Peacekeeping ONU: MONUSCO hanno offerto copertura e assistenza ai terroristi FDLR intenti a combattere ribellioni tutsi quali quella del Colonello Laurent Nkunda (2009) e quella del Movimento 23 Marzo — M29 (2012). Sospetti fondati indicano inoltre che molti ufficiali dei Caschi Blu ONU sono stati coinvolti nel traffico di minerali e abbiano fatto affari con questi terroristi e Generali corrotti dell’esercito congolese: la FARDC.
Parte del clero locale congolese e missionari cattolici occidentali hanno sempre sostenuto le FDLR e il loro obiettivo finale: riconquistare il Ruanda, perso nel 1994 dopo 30 anni di dittatura razziale Hutu e un genocidio. Un appoggio spinto da una cecità ideologica e odio etnico nutrito verso la minoranza Tutsi che ha impantanato la Chiesa Cattolica nel marasma della violenza regionale fino alla svolta voluta da Padre Francesco nel marzo 2013 a seguito dell’incontro con il Presidente ruandese Paul Kagame.
In quella occasione il Santo Padre volle fare i conti con il passato riconoscendo il ruolo di primo piano svolto dal clero cattolico ruandese e da certi missionari europei nel genocidio del 1994. I più efferati massacri di tutsi e hutu moderati avvennero proprio nelle Chiese. I solerti parroci attiravano i fedeli nei luoghi di culto promettendo protezione per poi consegnarli alle milizie genocidarie Interahamwe, che successivamente diventeranno il fulcro combattente delle FDLR. Chiedendo perdono per le passate responsabilità, Papa Francesco, annunciò una nuova politica estera del Vaticano per la Regione dei Grandi Laghi, basata sul superamento dell’odio etnico, la netta opposizione ai gruppi armati e terroristici che infestano l’est del Congo (FDLR comprese), l’integrazione regionale degli Stati e dei popoli, lo sviluppo inclusivo.
Non si conoscono i motivi che avrebbero spinto le FDLR a uccidere l’Ambasciatore Italiano. Il governo congolese non è al momento andato al di là dell’accusa, evidentemente per non inquinare le indagini in corso a cui partecipano anche esperti investigatori inviati dalla Procura di Roma e coordinati dal Procuratore Michele Prestipino e dai Pubblici Ministeri Sergio Colaiocco e Alberto Pioletti. L’obiettivo delle indagini congiunte Kinshasa — Roma sono di scoprire i responsabili dell’assassinio e di capire se vi siano state delle falle nell’organizzazione della sicurezza da parte dei responsabili locali del Programma Alimentare Mondiale: PAM.
Sulla morte di Luca, i media italiani si sono scatenati. Improvvisamente il Congo era diventato un argomento prioritario capace di attirare l’attenzione pubblica italiana proponendo un giallo internazionale che potesse rappresentare una “novità” rispetto alle notizie concentrate da almeno un anno sulla pandemia da COVID19. Senza approfondita conoscenza della complessa realtà dell’est del Congo, i media hanno sparato varie ipotesi tra cui quella dell’omicidio su commissione collegato agli accordi in corso tra il governo di Kinshasa e la multinazionale petrolifera italiana: ENI per l’estrazione petrolifera all’est del paese. La pista “ENI” viene proposta dal giornalista italiano Massimo A. Alberizzi sul suo blog “Africa Express”. Secondo Alberizzi le FDLR, con l’assassinio di Luca, avrebbero lanciato un chiaro segnale a Kinshasa e all’ENI: “O parlate anche con noi e ci date delle royalty, oppure non riuscirete mai a sfruttare i giacimenti”.
Contemporaneamente alle speculazioni dei media italiani, spesso fatte per ragioni di audience e visualizzazioni sui social, si assiste alle manovre attuate dai principali indiziati dell’assassinio: le FDLR che emettono subito un comunicato che nega qualsiasi coinvolgimento e accusa il Ruanda di essere il mandante della morte di Luca. Il Comunicato non viene preso in seria considerazione sia dagli inquirenti sia dai media occidentali. La pista “ruandese” viene scartata fin dall’inizio. Le FLDR rimangono i principali sospettati.
Le FDLR stanno attraversando un brutto periodo. Per la prima volta dalla loro fondazione (2000) hanno perso gran parte dei territori da loro controllati militarmente all’est del Congo e le relative miniere illegali, a causa di operazioni congiunte degli eserciti congolese e ruandese denominate: Operazione Corridoio Est, iniziata nel marzo 2019. Attualmente i territori controllati dalle FDLR si sono notevolmente ridotti e, per diretta conseguenza, anche i loro affari illegali con i minerali rari o preziosi. L’unico baluardo sicuro rimane il Burundi, prigioniero di una sanguinaria giunta militare che si basa sull’ideologia di superiorità razziale e sterminio: HutuPower che è la ragione di vita delle FDLR. Questi terroristi sono alleati politici e militari di primo ordine del regime burundese, infiltrati nei vertici delle Forze Armate e Polizia e “tutors” degli squadroni della morte burundesi denominati: Imbonerakure.
I responsabili militari e politici delle FDLR (la maggioranza di loro ha partecipato al genocidio 1994 e sono ricercati a livello internazionale) si sono estremamente preoccupati che il loro gruppo terroristico fosse alla ribalta delle cronache internazionali. Le FDLR hanno sempre agito nell’ombra, senza mai cercare visibilità mediatica internazionale, a differenza di altre organizzazioni terroristiche come Al Quaeda o DAESH. L’agire nell’ombra diventando quasi un gruppo armato “fantasma” ha loro permesso di condurre indisturbati il traffico di minerali congolesi. Da qui la necessità di allontanare qualsiasi sospetto nel coinvolgimento della morte dell’Ambasciatore Italiano.
Le FDLR, dopo aver constatato che il loro comunicato non era stato preso in dovuta considerazione e non aveva allontanato i dubbi del loro coinvolgimento, hanno iniziato una campagna di disinformazione sui social e WhatsApp tesa ad incolpare il governo ruandese. Questa campagna di disinformazione è stata originata a Bukavu, Sud Kivu dove ancora fortissime sono le simpatie e gli appoggi alle FDLR da parte di politici e di alcuni esponenti congolesi ed europei del clero cattolico.
La campagna di disinformazione, basata su fake news, indicava come responsabile il governo di Kigali. A uccidere l’Ambasciatore sarebbero stati delle unità d’élite dell’esercito ruandese mentre l’esercito congolese avrebbe avuto un ruolo di intelligence. Perché il Ruanda avrebbe voluto uccidere Luca? “Per trovare un alibi che gli permettesse di trovare una scusa ufficiale per tornare in Congo, intervenire qui ancora più profondamente. Si sono costruiti un pretesto in più per saccheggiare le risorse naturali e per derubare le ricchezze del territorio, di cui questa parte del Paese abbonda.” Afferma in una intervista il Colonnello Placide Niyiturinda, ricercato a livello internazionale per: Genocidio, Terrorismo e Traffico di minerali.
Nella campagna di disinformazione condotta sui social le FDLR ripropongono la teoria creata alla fine degli anni Novanta e nel primo decennio del Duemila, da missionari europei e clero cattolico congolese. I governi di Kinshasa e Kigali sarebbero alleati per saccheggiare assieme le risorse naturali del Congo e massacrare i rifugiati ruandesi e i civili congolesi. Le FDLR sono l’unico baluardo a queste mire imperialiste, che lotta per difendere la popolazione inerme e riportare la “democrazia” in Ruanda.
La campagna WhatsApp e sui social viene diffusa a partire da Bukavu da ambienti politici della etnia “Bashi” coinvolti nello sfruttamento dei minerali e collusi con le FDLR e da una spaurita minoranza di persone filo HutuPower all’interno del clero cattolico locale. Una campagna che riesce a creare confusione in Congo ma non a dissipare i dubbi a livello internazionale, soprattutto in Italia.
Le teorie e le accuse (prive di qualsiasi prova) delle FDLR trovano inaspettatamente un importante eco presso la prestigiosa rivista italiana Nigrizia dedita all’Africa. In un suo articolo pubblicato lo scorso 3 marzo, la rivista italiana propone la pista ruandese. L’intero articolo è basato su testimonianze di “fonti ruandesi e congolesi” senza specificare chi siano queste fonti presentate da Nigrizia come “autorevoli”. Un articolo che accusa un Governo basato su racconti, sentito dire e nessuna prova nel tentativo di svelare un diabolico piano del Ruanda, di cui le autorità congolesi sarebbero complici: L’Operazione Milano.
In cosa consisterebbe questa operazione dal nome assai improbabile della famosa città del Nord Italia, forse inventato per rendere più familiare la tesi? Nella spiegazione dell’Operazione Milano, Nigrizia propone un classico romanzo giallo basato sul sentito dire e testimonianze di “fonti affidabili”. Il risultato, purtroppo, è un articolo complottista.
L’Operazione Milano, ideata dal governo ruandese con complicità di Kinshasa, secondo Nigrizia, sarebbe in pratica l’assassinio premeditato dell’Ambasciatore Italiano, organizzato dal governo ruandese ed eseguito da un Colonnello dell’esercito congolese: Jean Claude Rusimbi, ex guerrigliero della ribellione tutsi di Laurent Nkunda.
I servizi segreti ruandesi avrebbero appreso che l’Ambasciatore Luca Attanasio era venuto a conoscenza di massacri di massa all’est del Congo e voleva visitare le fosse comuni dove erano state seppellite le vittime innocenti dei soldati ruandesi. Il Colonello Rusimbi avrebbe utilizzato un suo sottoposto, il luogotenente “Didier” assieme a 4 soldati ruandesi per tendere una imboscata a Luca e uccidere il pericoloso testimone. Dopo l’assassinio su commissione Didier e la sua squadra avrebbero fatto ritorno a Rubavu, Ruanda.
Chi sarebbe il mandatario dell’assassinio? Niente meno che il Presidente ruandese Paul Kagame, che: “Da oltre 25 anni controlla la regione dei Grandi Laghi per conto terzi” enfatizza la rivista Nigrizia. Per rendere più credibile questa teoria del complotto si afferma che Luca volesse indagare sulla destinazione dei fondi per gli aiuti umanitari che sarebbero dirottati su altre finalità da ONG internazionali. Spunta il nome del direttore dell’ospedale di Panzi a Bukavu: Dottor Mukwege, Premio Nobel per la pace 2018 e strenuo difensore delle vittime innocenti che ha denunciato il Ruanda al Tribunale Penale Internazionale per crimini contro l’umanità commessi in Congo. Secondo l’articolo i ruandesi sarebbero stati molto preoccupati delle frequenti visite dell’Ambasciatore Italiano al Dottor Mukwege…
Le FDLR hanno sempre giocato sull’odio verso il Ruanda per coprire le loro attività terroristiche e criminali. Anche il loro principale partner economico: Joseph Kabila veniva da loro indirettamente accusato di essere in combutta con il Ruanda. A maggior ragione ora accusano il Presidente Felix Tshisekedi. A differenza del suo predecessore, Tshisekedi ha l’obiettivo di annientare le FDLR e il loro network di sotto gruppi armati al fine di pacificare le province est e far decollare l’economia e il progresso.
L’articolo di Nigrizia contiene molti elementi emotivi. Un giovane ambasciatore sensibile alla popolazione, un popolo vittima dell’espansionismo e degli interessi economici di una vicina potenza africana, un complotto internazionale legato allo sfruttamento dei minerali rari e un gruppo di resistenza democratica: le FDLR. L’unico elemento che manca sono le prove. Ci sono solo affermazioni di individui ignoti definiti “fonti ruandesi” e verificate “nel dettaglio e confermate da diversi congolesi contattati”. Ben poco per accusare un governo.
A cosa si riferiscono le fosse comuni accennate nell’articolo? Ad una serie di stragi avvenute nelle località di Rusimbi, Rutshuru e Masisi durante il marzo 1996 e giugno 2004 di cui sospetti ricadono sulle truppe di occupazione ruandesi. Anche ammettendo che l’Ambasciatore italiano fosse particolarmente sensibile a questi crimini è realmente fantasioso affermare che avesse avuto l’intensione di visitare i luoghi dei massacri. Non è nelle prerogative del Corpo Diplomatico e non risulta che la Farnesina o il governo italiano abbia mai dato indicazioni del genere.
L’accusa rivolta al Ruanda fatta da Nigrizia per conto terzi, non è stata ripresa dalla maggioranza dei media italiani e, secondo indiscrezioni, non sarebbe stata presa in considerazione dagli inquirenti. Eppure l’articolo che, ha molto del complottismo, ha avuto un effetto ben più devastante. L’articolo, di cui rassomiglianze alle accuse rivolte dai terroristi FDLR al Ruanda sono perlomeno strabilianti, è stato ripreso sui social in virtù della autorevolezza della fonte (Rivista Nigrizia) per avviare una campagna di odio etnico contro i ruandesi e la minoranza tutsi in Congo. Una campagna orchestrata dalle FDLR e dai loro simpatizzanti di cui origine è Bukavu, dove l’etnia maggioritaria: i Bashi sono storicamente tutsifobici. Anche sui social in Italia l’articolo è girato ma con obiettivi e attori diversi.
Un indizio che l’articolo sia stato vittima di notizie non veritiere che nascondevano finalità politiche, tra cui forse la riabilitazione delle FDLR, risiede nel Colonnello Jean-Claude Rusimbi identificato come l’esecutore dell’assassinio. Non si trova traccia sui media congolesi e le dichiarazioni ufficiali del nome di Rusimbi coinvolto nel fatto di sangue. Il suo nome viene menzionato da una campagna FDLR dei social tramite una loro simpatizzante: Lisette Lisa Mongendu. Essa pubblica sulla sua pagina Facebook la falsa notizia dell’arresto del Colonello Rusimbi implicato nell’assassinio di Luca, ben sottolineando la sua appartenenza etnica: tutsi e i suoi passati legami con il Ruanda. La notizia è stata pubblicata il 26 febbraio 2021 attirando 1,6 milioni di visualizzazioni, prima di essere classificata come Fake News.
Quando si scrive sulla Regione dei Grandi Laghi si ha una immensa responsabilità. I rancori e risentimenti etnici sono presenti da decenni. In alcune zone dei Grandi Laghi sono radicati da secoli e sono causa di instabilità permanente. Raccogliere notizie è sempre difficile in quanto si è esposti a pregiudizi che alterano la realtà o a veri e propri depistaggi. Ci si imbatte in testimoni o “gente caritatevole” che nascondono agende politiche difficili da comprendere. L’articolo pubblicato su Nigrizia, oltre a non contenere uno straccio di prova, è stato facilmente strumentalizzato da attori europei e congolesi che di certo non condividono gli ideali della rivista cattolica italiana. Uno strumento per quelle famose agende politiche occulte ancora portate avanti nei Grandi Laghi, nonostante il devastante epilogo dell’Olocausto 1994?
Nel mondo reale le inchieste sull’omicidio continuano e la pista rimane quella indicata dal governo di Kinshasa: FDLR. Una inchiesta difficile e pericolosa visto l’assassinio di William Assani, magistrato pressil il Tribunale militare di Rutshuru, ucciso il 2 marzo all’altezza di Katale, asse stradale Rutshuru — Goma. Il magistrato era stato incaricato delle indagini dell’assassinio dell’ambasciatore italiano, del carabiniere e dell’autista congolese Mustafa Milambo. Questi sono giochi potenti di cui difficilmente si conoscono attori e meccanismi. In questo terreno scivoloso in quanto contiene le sabbie mobili delle fake news politicamente mirate, sarebbe opportuna una particolare attenzione nel difficile mestiere di offrire informazione per evitare rischi di strumentalizzazione. Che essi provengano dalle FDLR, Kinshasa o dal governo del Ruanda poco importa. Tutti hanno interesse a influenzare e alterare la verità.
Note biografiche
L’ambasciatore italiano ucciso in Congo: forse vendetta o ritorsione — Africa Express — https://www.africa-express.info/2021/02/22/lambasciatore-italiano-ucciso-in-congo-forse-vendetta-o-ritorsione/
Chi sono gli assassini dell’Ambasciatore Luca Attanasio? — Il Faro di Roma — https://www.farodiroma.it/chi-sono-gli-assassini-dellambasciatore-luca-attanasio-versioni-contraddittorie-potrebbero-servire-a-depistaggio-di-fulvio-beltrami/
Congo: Operazione Corridoio Est e Olocausto Banyamulenge — L’Indro — https://lindro.it/congo-operazione-corridoio-est-e-olocausto-banyamulenge/
Il capo dei guerrieri Hutu in Congo: “Attanasio è stato ucciso dai tutsi” — Africa Express — https://www.africa-express.info/2021/03/04/esclusiva-il-capo-dei-guerrieri-hutu-in-congo-a-uccidere-attanasio-sono-stati-i-tutsi/
Le chef de l’armée hutu au Congo : “Attanasio a été tué par les Tutsis”. — Africa Express — https://www.africa-express.info/2021/03/04/le-chef-de-larmee-hutu-au-congo-attanasio-a-ete-tue-par-les-tutsis/
Qui est responsable au Burundi? FDLR: mercenaires ou patrons? — Frammenti Africani — http://italia.reteluna.it/it/qui-est-responsable-au-burundi-fdlr-mercenaires-ou-patrons-PKdj.html
Burundi. Stato terrorista, obiettivo Rwanda — Inchiesta — http://www.inchiestaonline.it/osservatorio-internazionale/fulvio-beltrami-burundi-stato-terrorista-obiettivo-rwanda/
Mort de Luca Attanasio : faux, l’officier militaire Jean-Claude Rusimbi n’est pas aux arrêts — Congo Check — https://www.congocheck.net/mort-de-luca-attanasio-faux-lofficier-militaire-jean-claude-rusimbi-nest-aux-arrets/