Abiy gioca la carta turca.

Il rafforzamento delle relazioni bilaterali tra Addis Ababa e Ankara sono presentate dal regime etiope come un importante supporto internazionale alternativo da contrapporre alle potenze occidentali. Eppure vari esperti regionali sottolineano che in questi accordi vi sia meno sostanza di quella che il Premier etiope Abiy vuol far credere.

Domenica 1° agosto il presidente Tayyip Erdoğan ha discusso delle relazioni bilaterali e degli sviluppi regionali con il primo ministro etiope Abiy Ahmed in una telefonata. Erdoğan ha sottolineato che la Turchia apprezza la pace e la stabilità dell’Etiopia e che Ankara è pronta a fornire tutti i tipi di assistenza.

L’appoggio turco al regime etiope rientra nella strategia di creare ampie zone di influenza politica ed economica in Africa che risale all’adozione di un piano d’azione nel continente datato 1998. Nel 2005 la Turchia ha ottenuto lo status di osservatore all’Unione Africana. Nel 2008 la UA dichiara la Turchia suo partner strategico. Le relazioni Africa — Turchia decollano con il primo vertice di cooperazione del 2008 tenutosi a Istanbul con la partecipazione di 50 paesi africani.

L’Etiopia rappresenta un paese strategico per Erdoğan per espandere la sua influenza sul Corno d’Africa, diventando una destinazione primaria per gli investitori turchi nel continente. Secondo la Ethiopian Investment Commission, la Turchia è il secondo investitore in Etiopia, con un capitale di investimento di 2,5 miliardi di dollari Il commercio bilaterale annuale tra Turchia ed Etiopia è di 650 milioni di dollari. L’Etiopia esporta prodotti agricoli in Turchia mentre la Turchia esporta macchinari, acciaio e ferro in Etiopia. I governi di entrambi i paesi hanno espresso la disponibilità ad aumentare il volume degli scambi annuali di $ 1 miliardo.

Al momento attuale la dirigenza nazionalista Amhara necessita della Turchia per controbilanciare le pressioni delle potenze occidentali, in particolar modo le offensive diplomatiche franco-americane tese ad un cambiamento di regime. Assieme alla cooperazione militare con la Russia, Addis Ababa spera con l’appoggio di Ankara di creare un’alleanza con potenze emergenti antagoniste dell’Occidente per poter restare al potere. Nel peggior dei casi ricreare lo scenario della Siria che gli permetterebbe di sostenere una lunga guerra civile.

Purtroppo le analogie con la Siria sembrano molto forzate. Il supporto russo e turco difficilmente andrà oltre alla sfera politica e alla vendita di armi. È difficile che si presenti uno scenario in cui Mosca e Ankara mandino le loro forze armate a salvare il Prosperity Party bloccando i suoi nemici interni. La pressione Americana impedisce ogni coinvolgimento militare diretto. Anche le notizie di vendita di droni da guerra russi e turchi non trovano al momento conferme ufficiali o prove inconfutabili.

Vari osservatori regionali affermano che Putin e Erdoğan sono interessati all’Etiopia ma non necessariamente al Prosperity Party e al Premier Abiy. La frase di Erdoğan relativa alla disponibilità di garantire ogni forma di assistenza (militare compresa) potrebbe essere solo dovuta da esigenze diplomatiche.

I regimi russo e turco si basano sulla realpolitik e su una forte dose di pragmatismo. Aiutare un alleato che sta perdendo lo scontro militare con il rischio di impantanarsi in un conflitto che potrebbe degenerare in guerre etniche di tutti contro tutti, potrebbe non essere conveniente per i piani geostrategici ed economici delle due potenze emergenti.

Quello che interessa a Mosca ed Ankara è rafforzare i legami con l’Etiopia. Un’operazione che può essere fatta con qualunque forza politica al potere ad Addis Ababa, a condizione che essa dimostri di essere stabile e di avere il pieno controllo del paese. Al momento questo non è il caso per il Prosperity Party.

Per approfondimenti:

Etiopia. L’offensiva diplomatica Franco-Americana per porre fine alla guerra civile — Il Faro di Roma — https://www.farodiroma.it/etiopia-loffensiva-diplomatica-franco-americana-per-porre-fine-alla-guerra-civile-fulvio-beltrami/

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Fulvio Beltrami Freelance Journaliste Africa
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Written by Fulvio Beltrami Freelance Journaliste Africa

The duty of a journalist is to write down the truths which the powerful keep secret. Everything else is propaganda. Italian Jounalist Economic Migrate in Africa

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